Disturbi Temporo-Mandibolari e Postura

  • Trattamento dei Disturbi Temporo-Mandibolari

I sintomi principali dei disturbi temporo-mandibolari (DTM) sono la difficoltà, la deviazione o la limitazione nell’apertura della bocca e il dolore diffuso alla testa o al volto, oppure localizzato alla zona preauricolare, irradiato alla mandibola oppure alla regione temporale, spontaneo o accentuato dall’apertura/chiusura della bocca, associato a rumori quali click, crepitii, scrosci articolari, talora abbinato a otalgia, senso di ovattamento auricolare o senso di disequilibrio.

I DTM possono insorgere in maniera acuta con blocco articolare, spasmo muscolare e chiusura della bocca, o al contrario con una lussazione in apertura della mandibola; più frequentemente presentano un andamento cronico persistendo da molto tempo e di norma sono poco sensibili al trattamento farmacologico con analgesici.

Il percorso diagnostico per un corretto piano terapeutico parte da un’accurata indagine anamnestica rivolta alle possibli cause (posizione di lavoro, pregressi traumi, precedenti trattamenti odontoiatrici, presenza di stress e di parafunzioni (bruxismo e serramento), disturbi del sonno e russamento. L’esame clinico comprenderà l’osservazione della postura generale, l’accertamento di asimmetrie del volto, la palpazione muscolare con il rilievo di aree di dolore, di spasmi o contratture, l’auscultazione dei rumori articolari: crepitii, clicks, schiocchi ed il loro “timing” in apertura/chiusura o reciprocità ed infine l’accurata osservazione dei movimenti mandibolari.

La diagnostica per immagini comprende l’Ortopantomografia e la risonanza magnetica delle articolazioni temporo-mandibolari, con eventuale ricostruzione cinematica del movimento di apertura/chiusura. Il piano di trattamento di un DTM ad insorgenza acuta prevede la gestione immediata del dolore con analgesici associata a manovre occlusali di sblocco del locking articolare acuto7 o di riduzione della lussazione della mandibola8, con il suggerimento di strategie comportamentali di prevenzione del disturbo; solo successivamente di provvederà alla riabilitazione delle componenti articolari e/o muscolo-tendinee. Il trattamento dei DTM ad andamento cronico presuppone un corretto inquadramento diagnostico: i DTM sono classicamente divisi in patologie muscolo-tendinee con il coinvolgimento dei muscoli masticatori e della muscolatura posturale della testa e del collo e patologie articolari per interessamento anche delle articolazioni tempo-mandibolari. Le forme articolari sono rappresentate dalle dislocazioni condilo-meniscali “riducibili” oppure “non riducibili” distinguibili dalla presenza o meno dal fenomeno della ricattura del menisco interarticolare durante il movimento di apertura/chiusura della bocca e dalle forme artritiche-artrosiche, caratterizzate dal degrado del disco interarticolare e dalla lenta ma progressiva degenerazione delle strutture osteocartilaginee articolari, con irreversibilità del danno nelle forme più avanzate.

I disturbi algico.disfunzionali su base muscolo-tendinea sono trattati nel nostro studio in base alla gravità della patologia: nelle forme più lievi ottimi risultati sono ottenuti con Bite di svincolo, finalizzati alla riduzione della compressione sulle articolazioni temporo-mandibolari e della contrattura dei muscoli masticatori, con interruzione dei meccanismi di carico e/o abrasione delle superfici occlusali della dentatura. L’utilizzo di questi bite nelle forme più avanzate svolge una funzione diagnostica di individuazione dei fattori negativi legati all’occlusione e una funzione prognostica consentendo di valutare in maniera reversibile come rispondono i sintomi modificando i contatti occlusali. L’impiego terapeutico di Placche occlusali di stabilizzazione è finalizzato al riequilibrio neuro-muscolare sia dei muscoli masticatori sia della muscolatura posturale del collo e della testa, con la rimozione di tutti i fattori dentali occlusali che condizionano negativamente la funzionalità mandibolare.

Le patologie articolari con dislocazione condilo-meniscale sono trattate con la Placca di riposizionamento anteriore della mandibola, posizionata sull’arcata superiore, finalizzata a recuperare un giusto rapporto anatomo-funzionale tra il condilo e la fossa glenoidea del temporale, a stabilire corretti rapporti occlusali internmascellari e, nelle forme riducibili, perfino a raggiungere anche a riposo il riposizionamento interarticolare del menisco dislocato. In associazione al trattamento dei DTM, nel nostro studio viene sempre proposto, nei casi più rilevanti con la collaborazione di uno specialista, un protocollo comportamentale che prevede la gestione dei disturbi miofasciali del volto e del collo correlati allo stress, l’individuazione delle abitudini non corrette (onicofagia, morsicatura delle labbra/guance o di oggetti, … ) e il riconoscimento delle parafunzioni, quali serramento e digrignamento notturno dei denti, da contenere o rimuovere se possibile.

  • Posturologia

Per postura si intende la posizione che assume il corpo umano nello spazio, sia in condizioni statiche che dinamiche, per il mantenimento dell’equilibrio. A ciò contribuiscono varie strutture: il sistema nervoso centrale e periferico, l’apparato visivo, l’apparato vestibolare e l’apparato stomatognatico (articolazioni tempo-mandibolari, muscoli della masticazione e periorali, lingua e sistema occlusale della dentatura).

Il rapporto tra l’arcata mascellare e quella mandibolare quando i denti vengono a contatto tra di loro costituisce genericamente l’occlusione. Di norma durante il giorno i denti non sono in contatto, ma le due arcate sono separate da uno spazio libero uguale in tutti i settori, che costituisce la posizione di riposo. La posizione stabile in cui le due arcate dentarie occludono, caratterizzata da un buon ingranaggio tra i denti antagonisti e da una distribuzione uniforme dei carichi ponderali, con equilibrio del tono dei muscoli masticatori, regolare posizione della lingua e condili mandibolari correttamente collocati nella cavità glenoidea del temporale e disco interarticolare normoposizionato, si definisce occlusione abituale centrica. Una modificazione dell’occlusione per una variazione a carico di una o più di queste componenti tra di loro concatenate determina un’alterazione nell’equilibrio sia statico che dinamico: questa condizione di instabilità, quando supera la capacità di compenso del sistema, peraltro molto variabile da soggetto a soggetto, può divenire patologica.

È fondamentale impostare un adeguato iter correttivo-riabilitativo, partendo da una appofondita diagnosi che tenga conto di tutti gli aspetti disfunzionali che caratterizzano il quadro clinico stomatognatico e della natura complessa e multifattoriale dei disordini posturali correlati, escludendo la possibile sovrapposizione di disturbi provenienti da distretti contigui o generati da problematiche sistemiche di natura ortopedica. In questo contesto, il professionista può fornire un contributo all’interno del team che si occupa della gestione del paziente affetto da problematiche posturali, associate a disturbi occlusali. In particolare il trattamento si potrà avvalere di un protocollo che prevede un intervento personalizzato, avente come scopo il riequilibrio delle componenti muscolari per il raggiungimento di una postura più fisiologica possibile, eliminando la sintomatologia dolorosa eventualmente associata. In definitiva, l’obiettivo finale del trattamento correttivo-riabilitativo multidisciplinare sarà quello di ristabilire un’armonia statica e dinamica tra l’apparato stomatognatico e tutte le strutture articolari e miofasciali ad esso collegate.

Stabilita questa chiara correlazione tra alterazioni posturali e problemi di occlusione dentale: in questo ambito di competenza si svolge il ruolo di diagnosi e trattamento correttivo-riabilitativo multidisciplinare tra il medico-Odontoiatra e il fisioterapista.