Parodontologia

Trattamento non invasivo della malattia paradontale (piorrea)

Le malattie del parodonto sono la gengivite (quando è infiammata solo la componente gengivale) e la malattia parodontale profonda (quando si sono formate tasche ossee a causa della progressiva distruzione dell’osso di sostegno del dente).

Il sanguinamento è il primo campanello d’allarme: le gengive sono più gonfie, arrossate e dolenti. Questi sono già i segni dell’infiammazione in atto. L’eliminazione della placca e del tartaro potrà spesso migliorare o addirittura risolvere il problema, senza ricorrere alla chirurgia in caso di gengivite. Sarà comunque importante rivolgersi al dentista per una corretta diagnosi e spesso, con un adeguato e personalizzato programma di mantenimento, si riuscirà a tenere sotto controllo tutti i fattori di infiammazione. Anche nei casi dove si sono instaurate delle lesioni parodontali, nel nostro studio diamo la precedenza al trattamento non invasivo della malattia parodontale (terapia causale e terapia meccanica non chirurgica), mettendo in atto tutte quelle pratiche tese all’ottimizzazione dello stato di salute della bocca, al fine di favorire la guarigione del parodonto per riuscire a minimizzare il trattamento chirurgico. Infatti, solo laddove le alterazioni provocate dall’infiammazione perdurano, sarà necessario ricorrere al trattamento chirurgico per recuperare la salute dei tessuti duri e molli di sostegno del dente. Il trattamento ha un considerevole successo in particolare quanto la diagnosi di malattia parodontale avviene precocemente.

Trattamento estetico delle recessioni gengivali

La chirurgia mucogengivale comprende innanzitutto il trattamento delle recessioni gengivali, singole o multiple che siano, necessario sia per migliorare esteticamente il sorriso laddove siano visibili, sia per risolvere i problemi d’ipersensibilità con adeguate tecniche a seconda del caso clinico in esame. Le tecniche, che sono tante, hanno le loro precise indicazioni anche in base alla perdita di attacco interprossimale, alla profondità e all’ampiezza delle recessioni.

Fondamentale per il successo sarà anche determinare le cause che hanno provocato le recessioni (errato spazzolamento, presenza di placca batterica, traumatismi, abitudini viziate, otturazioni o manufatti protesici debordanti, malposizioni, frenuli tensivi, malattia parodontale, ecc.). Inoltre provvede all’aumento di volume e di quantità di tessuto gengivale per motivi protesici, implantari e ortodontici. La Dott.ssa Gabriella Ciabattini Cioni pratica la moderna chirurgia mucogengivale da anni con soddisfazione. Perticolare attenzione è rivolta a minimizzare l’invasività, riducendo così dolore e gonfiore postoperatori. 

Chirurgia ossea resettiva

È la chirurgia tesa a risolvere i problemi creati dalla malattia parodontale eliminando le tasche, laddove possibile, con osteotomia e osteoplastica e riottenendo così una corretta anatomia dei tessuti molli e duri intorno ai denti.

L’allungamento di corona clinica è l’intervento di chirurgia ossea resettiva più praticato in odontoiatria. In questo caso il motivo è ricostruittivo, in quanto se una carie o una frattura si sono approfondite al di sotto del margine gengivale è necessario “allungare” la corona del dente, spostando la gengiva apicalmente e facendo un’osteoplastica che consenta di posizionare il nuovo restauro in modo tale che non violi l’ampiezza biologica, cioè quella zona di rispetto che siamo tenuti ad avere per conservare i tessuti gengivali sani. La Dott.ssa Gabriella Ciabattini Cioni esegue l’intervento con l’aiuto del Piezosurgery, che consente il rimodellamento osseo senza traumi e sanguinamento, nonché grande precisione.

Chirurgia ossea con rigenerazione tissutale mediante membrana

L’inserimento di dispositivi a barriera durante l’intervento chirurgico parodontale o implantare ci dà la possibilità di rigenerare l’osso perduto o comunque insufficiente per varie finalità. Oggi infatti disponiamo di membrane riassorbibili in collagene che vengono degradate, in tempi sufficientemente lunghi per la neoformazione di tessuto osseo. L’azione degli enzimi naturali, senza produrre metaboliti citotossici, le trasformano in aminoacidi senza provocare flogosi dei tessuti molli, come invece si verificava in passato con le membrane non riassorbibili. Infatti, la membrana riassorbibile si integra nel tessuto circostante vascolarizzandosi e al tempo stesso creando una barriera biologica che protegge la noeformazione ossea dalla possibile invaginazione del tessuto molle. Si ottiene così una migliore chiusura del difetto con osso qualitativamente più compatto. I campi di utilizzo sono tanti:

  • Parodontologia (difetti infraossei);
  • Implantologia (deiscenze ossee in corrispondenza di impianti, fenestrazioni ossee, conservazione dell’alveolo post-estrattivo, aumento dell’osso delle creste dopo estrazione e aumento orizzontale per difetti da grave atrofia ossea al fine di consentire l’inserimento di un impianto dopo circa 6 mesi);
  • Rialzo del pavimento del seno mascellare a fine implantare.